Una stagione e mezza, fra l’autunno e l’inverno, è l’unità di tempo che Anna Porrati concede al riepilogo della sua vita in giardino. Una ricca esperienza e un copioso contributo di incontri con persone e luoghi
– mitici e non – che si intrecciano nel racconto e nel chiaro intento di tradurre quest’ultimo in scrittura. Antipersonaggio per antonomasia, l’autrice condivide con il marito la creazione di uno dei giardini privati italiani più apprezzati, pubblicato in varie occasioni dalle riviste di settore. Il loro giardino di Frugarolo, nella campagna alessandrina, appare tuttavia con discrezione nel libro, sempre posto in rapporto con le fonti di ispirazione e con i contenuti affettivi da esso conservati, apparendo da subito partecipe degli ampi panorami del territorio e del pensiero che l’hanno generato.
Dalla IV di copertina
Una clematide si abbarbica ovunque, propongo su una berberis. «Sì, ma questa avrà grandi dimensioni, non può essere sostenuta da un piccolo arbusto. E poi è una questione di proporzioni, di forme e colori di foglie». Forse ha ragione Giancarlo, ma è sempre così complicato!
I miei centri decisionali registrano un mal funzionamento, non trovo soluzione.
L’improvviso abbaiare di Argo al cancello indica che ci sono visite, provvidenziali penso; mi affretto con le mani tutte sporche e il pensiero a un lieto benvenuto.
Anna Maria Falchetti Porrati, insegnante, è nata e vive in provincia di Alessandria. Il giardino che cura dall’inizio degli anni Novanta con il marito Giancarlo Porrati è stato pubblicato sulle principali riviste di settore italiane. Collabora con il periodico Rosanova.
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